Esercitare il pensiero positivo in risposta alle difficoltà del 2020: prende piede anche in Italia la tendenza “pure thinking”

Chiusure totali contro riaperture parziali, spostamenti limitati e concessioni provvisorie, eccezioni regionali: un ritornello dal ritmo sincopato, ormai noto, segna la conclusione di questo anno travagliato. E accresce ulteriormente il sentimento di sconforto che ha accompagnato gran parte del 2020. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità – Europa gli ha dato un nome, pandemic fatigue, inquadrandolo come una crescente demotivazione delle persone nel mettere in atto i comportamenti protettivi raccomandati per la tutela della salute dei singoli e delle comunità, accompagnata da stanchezza e affaticamento fisico e mentale.

Un sentimento tanto diffuso da aver attratto l’attenzione di scienziati, ricercatori e aziende del benessere in tutto il mondo, animati dal desiderio di trovare una risposta all’impennata dei livelli di stress registrata a ogni latitudine nel corso degli ultimi mesi. 

Tra le opzioni papabili spicca il cosiddetto pure thinking, nuovo credo made in USA basato sul pensare al positivo e rimanere “puri”. Un nuovo approccio alla vita che fonda i suoi principi nella volontà di disintossicarsi da ansie, cattive abitudini alimentari e non (fumo, sedentarietà, sregolatezza) per raggiungere la serenità. 

PURE THINKING: CHE COS’´E?
«Il pure thinking si presta a diventare uno stile di vita anche in Europa», fa eco Sara Bianco, consulente nutrizionale ed epigenetista presso il centro Polisalute di Cinisello Balsamo e docente di Nutrizione e Dietetica e di Medicina Estetica presso l’Università Lumsa di Roma. «Si tratta di un approccio globale, che prende in esame diversi aspetti della vita di tutti i giorni: coinvolge l’alimentazione, l’attività fisica, l’attitudine mentale e predispone all’ottimismo». 

Interpellata dal Pure Encapsulations Observatory, osservatorio internazionale dedicato al benessere psico-fisico che nasce dall’omonimo marchio di integratori, la dottoressa Bianco ha scandagliato i cinque punti-chiave del pure thinking. Eccoli. 

1. Mangiare sano
Alla base del pure thinking vi è una «una corretta alimentazione, libera da eccessi e da tutto ciò che non è essenziale per il benessere dell’organismo», riprende la dottoressa Bianco. «Ciò permette di allontanare il rischio di sovrappeso o problemi cardio circolari e genera i suoi benefici anche dal punto di vista mentale». La conferma dallo studio britannico “Major health-related behaviours and mental well-being in the general population”, secondo cui una alimentazione ben bilanciata, ricca di verdure e sostanze nutritive, è strettamente correlata a sensazioni di benessere ed è in grado di ridurre gli stati depressivi tra quanti vi si attengono.

2. Una integrazione alimentare mirata
Nei periodo di maggiore stress, può essere utile integrare la propria dieta con prodotti specifici. «La stessa Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, riconosce che vitamine, microelementi e sali minerali così come li troviamo oggi negli alimenti non sono sufficienti per ricoprire il corretto fabbisogno nutrizionale dell’organismo», motiva l’esperta. «Inoltre, ciò che noi mangiamo modula a livello cellulare l’espressione dei nostri geni. Curare quindi nel quotidiano la nostra nutrizione intesa come alimentazione + integrazione significa mettere in atto una sorta di prevenzione personalizzata». 

3. Una regolare attività fisica
Lo stare bene secondo il pure thinking passa anche da una costante attività fisica, capace non solo di aiutare a rimanere in forma e allenati, ma anche a raggiungere il benessere psicofisico. E non è detto ci si debba sottoporre a sessioni di training dal ritmo vorticoso: attività sportive “meditative” come lo yoga sono altrettanto valide, come rivelano gli studi clinici pubblicati sull’European Journal of Integrative Medicine che dimostrano gli effetti positivi dello yoga sulla salute mentale e fisica, nonché sullo sviluppo personale. Fa eco Helen Weng, professoressa di psichiatria e scienze comportamentali presso la Osher Center for Integrative Medicine dell’University of California, a San Francisco, convinta sostenitrice dell’utilità della meditazione: «una pratica regolare ha vantaggi sia fisici sia emotivi. Dalla riduzione dello stress e dei sintomi dell’ansia e della depressione ai benefici per la salute cardiovascolare». 

4. Abituati a pensare positivo
Non è facile. Barbara Fredrickson, scienziata presso la Stanford University, famosa per i suoi studi in psicologia positiva, sostiene che pensare positivo sia il risultato di un allenamento continuo, poiché la naturale inclinazione della mente è quella di concentrarsi sugli aspetti negativi per garantire la nostra sopravvivenza. Concentrando la mente su ciò che è positivo ed essenziale aiuta, quindi, ad avere maggiori probabilità di raggiungere i propri traguardi.

5. Limita vizi e stravizi 
È dimostrato scientificamente: essere morigerati è un booster di serenità e autostima. Uno studio realizzato di concerto dalle Università di Riverside, Columbia e Illinois ha dimostrato che limitare alcolici, sigarette e in generale ogni genere di stravizio, promuove il successo nella salute, nel lavoro e nelle relazioni. I ricercatori hanno analizzato il comportamento di 275mila persone, scoprendo nei più parchi un maggiore sentimento di felicità. 

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