La Sicilia di terra e mare nella fragranze-capolavoro di Fabio Lo Coco

Incontri Fabio Lo Coco e non puoi avere dubbi sulle sue origini. La pelle ambrata e il colore – un nero ammaliante, eccezionalmente profondo – degli occhi ne tradiscono l’appartenenza, anima e cuore, alla terra siciliana. E a Palermo, in particolare: città che ama, dove torna appena possibile e che tanta parte ha avuto nella sua formazione olfattiva. 

A riprova Oud-Nārang e Moorish, le due fragranze che ne portano la firma. Sorprendentemente autorevoli, nonostante il cammino di Fabio nel mondo della parfumerie professionale sia relativamente breve. Di certo, però, il feeling con gli odori è di vecchia data. «Da bambino, per esempio, riconoscevo i libri di scuola dall’odore, all’inizio dell’anno scolastico». Perché la carta è una delle “note” che predilige, oltre a «tempere, terra, legni, alberi». 

«Dimentichiamo troppo spesso quanto sia importante e primordiale il senso dell’olfatto: un neonato riconosce la mamma dall’odore ancora prima di aprire gli occhi e metterla a fuoco, la percepisce. È tutto una questione di naso: l’amicizia, l’amore, il sesso, anche il pericolo… Non c’è migliore sistema d’allarme dell’olfatto. Anche a occhi chiusi possiamo sapere con certezza se la persona che amiamo è coricata a letto accanto a noi oppure no. Ed è tutta questione di odori». 

Nonostante l’evidente vocazione-e-predisposizione, Fabio Lo Coco diventa make up artist: si trasferisce a Milano, viaggia, dà sfogo alla propria creatività attraverso polveri e lipstick. Senza mai rinunciare al sogno nel cassetto: creare fragranze che gli appartenessero totalmente. «Non solo dal punto di vista olfattivo: per me era importante che mi raccontassero anche attraverso la fisicità dei flaconi. Un aspetto troppo spesso sottovalutato». 

La collezione di profumi nasce nel novembre del 2015. Fabio Lo Coco ne parla come di «un’odissea con grandi nubifragi e forti temporali. Tanto bella quanto devastante dal punto di vista energetico. Ha dato inizio alla mia “paternità”, ma, parallelamente, ha rappresentato la fine di altri progetti di carattere personale».

Oggi però la felicità è completa: a Oud-Nārang e Moorish si è da poco affiancata una collezione di diffusori per l’ambiente di estremo lusso, ad altissima componente di artigianalità. E la lista delle profumerie che distribuiscono il marchio Lo Coco si allunga a velocità straordinaria.

Ma veniamo alle composizioni: ad accomunarle, dal punto di vista olfattivo, è la presenza di fava tonka, nota piena, calda, vagamente dolciastra, presente in entrambe la composizioni. Non solo: «sia il primo sia il secondo jus sono strettamente connessi alla Sicilia, di cui svelano aspetti opposti eppure complementari».
Oud-Nārang, per cominciare, racconta la striscia ci terra che si incunea tra mare e terra alle porte di Taormina, «dove si trova una spiaggia che amo moltissimo e ho sempre frequentato. Ogni volta, lasciandola, sentivo un profumo particolare sulla mia pelle. Ho voluto creare una fragranza che richiamasse il mio aroma dopo una giornata tra sole e mare». A cullare i pensieri e l’ispirazione di Fabio, durante i pomeriggi steso in riva al mare, è il suono di un liuto panciuto, strumento di origine moresca che gli arabi hanno portato in dono alla Sicilia e che il  Rinascimento celebrerà (anche) attraverso innumerevoli ritratti pittorici. «Passavo le ore ascoltando il suono di questo strumento direttamente in cuffia, per staccare la spina e ricaricarmi. La genesi della fragranza ne è fortemente condizionata». 

A dispetto del nome, Oud-Nārang non contiene oud, ma agrumi (pompelmo e bergamotto), pepe rosa, vetiver, legno cedrino, benzoino, fava tonta e incenso. Una menzione particolare spetta all’arancia amara: «compare tra gli accenti introduttivi e non poteva che essere così. Nārang, infatti, è il termine persiano antico utilizzato proprio per il frutto che, all’epoca, non veniva mangiato dagli uomini, ma lasciato a marcire per le strade, perché se ne cibassero gli elefanti nani». 

Per Fabio Lo Coco il legame con la storia è forte quanto il sentimento di appartenenza alla Sicilia. Tra i suoi indirizzi del cuore, c’è il Castello della Zisa, «così riccamente decorato dagli arabi e, successivamente, dai Bizantini». E, com’è ovvio, l’Etna e il suo parco. Luoghi ai quali è dedicata la seconda composizione olfattiva firmata Lo Coco, Moorish: «la creazione ha richiesto oltre 9 mesi. Sapevo dove volevo andare, ma mi rendevo conto di dove stavamo andando e non mi soddisfaceva affatto». In altri termini? «Avevo chiaro in mente quel che avrei voluto esprimere con la nuova composizione: avrebbe dovuto raccontare la componente verde del Parco dell’Etna. Tradurre in profumo l’essenza della terra, la sensazione del vento denso sul viso, l’odore affumicato che rivela la presenza di un camino accesso anche a chilometri di distanza».
La nascita di Moorish ha del rocambolesco: «basti dire che ho chiesto di aggiungere una nota ozonata/marina alla base legnosa con oud. E che, dopo mesi di lavoro, l’ho terminato da solo, a casa mia, trovando l’equilibrio olfattivo che andavo cercando».