In questo periodo dell’anno, un olio viso è la scelta beauty più azzeccata. Ecco perché
- 8 Luglio 2019
- Tendenze
Li si ama o li si odia. Non ci sono vie di mezzo quando di tratta di oli cosmetici. A maggior ragione, di oli cosmetici per il viso.
I detrattori puntano il dito contro la consistenza, per loro eccessivamente corposa.Gli estimatori trovano che proprio la ricchezza della texture sia il punto forte. A mettere d’accordo gli uni e gli altri, nel corso delle ultime stagioni, sono subentrati i cosiddetti oli secchi: consistenza ricca e assorbimento pressoché immediato. Un prodigio cosmetico che ha contribuito a infoltire le file di chi è favorevole all’uso di oli in qualunque periodo dell’anno, su qualunque tipo di pelle.
Un atteggiamento che i professionisti della bellezza tendono a incoraggiare: «inseriti in una attenta routine di skincare, svolgono un’importante funzione-barriera», spiega la dottoressa Daniela Stradini, dermatologa a Genova e partner di MioDottore (la piattaforma dedicata alla sanità privata, specializzata nella prenotazione online di visite mediche).
«In pratica, contribuiscono a mantenere l’idratazione cutanea, proteggendola dagli agenti esterni e donando all’epidermide setosità e morbidezza. Senza dimenticare che sono tra i pochi cosmetici totalmente privi di siliconi».
Un toccasana per le pelli secche, sensibili o particolarmente aride. «A questo scopo, il consiglio è orientarsi su un olio secco», riprende l’esperta. «In virtù della loro composizione, infatti, gli oli tradizionali non dissetano, perché, a differenza di creme e sieri, rimangono in superficie. Non così i cosiddetti dry-touch oil, che risultano oggettivamente più idratanti».
Ma in cosa differiscono, di preciso?
«Una sensazione di untuosità è parte integrante dell’olio», riprende l’esperta. «Una peculiarità che può essere misurata e ricondotta a uno dei quattro stadi abituali: scorrevole, poco untuoso, untuoso, molto untuoso. A determinare lo “spessore” dell’olio sono fattori come la ricchezza di acidi grassi saturi e insaturi del gliceride. Tanto più numerosi sono i primi, tanto più rilevante la sensazione di untuosità. E viceversa, tanto più alta è la percentuale dei secondi, tanto più la struttura dell’olio sarà disordinata e la consistenza maggiormente liquida».
Fin qui, la chimica. Ma come destreggiarsi, all’atto pratico, al momento dell’acquisto?
«Gli oli con una densità più bassa sono anche i più leggeri, quindi i più indicati al trattamento del viso». Tra questi primeggia l’estratto dalla jojoba, di gran lunga il più light, seguito dal derivato da argan, enotera, mandorle dolci, oliva, cocco, borragine, macadamia, nocciola. «Viceversa, gli oli maggiormente untuosi sono adatti alla pelle del corpo». Qualche esempio: olio di avocado, canapa, sesamo, ribes nero, rosa mosqueta, soia, vinaccioli, lino.
Un consiglio, infine, sul modo per farne l’uso migliore: «il suggerimento è riservare l’olio alla sera, applicandolo la sera sulla pelle nuda, dopo la detersione, da solo oppure miscelato a derivati vegetali o alghe, per un’azione anti-età efficace su più fronti. In questo caso, l’uso di un siero o di una crema in abbinamento si rivela superfluo».













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