Fragranze e soin ricreano l’incanto di una passeggiata nel bosco. Per renderci più sani e felici

Nel 1982, Tomohide Akiyama era a capo dell’ente forestale giapponese. Fu lui il primo a decodificare la sensazione di benessere che si prova nel trascorrere del tempo circondati dalla natura. E a darle un nome: shinrin-yoku, letteralmente “bagno di foresta”.
Il trend è quanto mai attuale. Ne hanno ricavato saggi e articoli, soprattutto ne hanno confermato l’effettiva efficacia nel lenire ansie e acciacchi fisici. E – aspetto non trascurabile – a costo zero e senza effetti collaterali. Le specie arboree, si è scoperto, rilasciano sostanze volatili dal fogliame e dalla corteccia, i monoterpeni, efficaci nello stimolare positivamente le difese immunitarie.

Tutto quel che dovremmo fare in caso di umor nero e stress  è camminare lentamente per almeno 2-3 ore lasciandosi pervadere dell’armonia dei colori, dei suoni, dei profumi. Gli stessi che molte Case cosmetiche hanno scelto (scientemente?) di tradurre in un’eau de toilette. Come a dire: se non siamo noi ad accostarci alla natura – perché non ne abbiamo il tempo né il modo – è la natura ad accostarsi a noi. E che il ricongiungimento avvenga nel corso di una passeggiata o attraverso i sentori boschivi di un jus, in fondo conta fino a un certo punto.

Ecco allora la formula magica di Björk & Berries: si chiama Deep Forest Face Mist ed è una brume per il viso a base di foglie di betulla biologica, dalle virtù lenitive, ispirata ai paesaggi della Svezia agreste. Si rifà invece alle foreste boeme Atelier Oblique, Maison profumiera creata dal berlinese Mario Lombardo, con Bohemian Woods, mentre l’australiana Goldfield & Banks demanda a Wood Infusion il compito di descrivere olfattivamente la natura lussureggiante dell’isola Fraser.
Non meno evocativa la foschia silvestre evocata da Wood & Wood maschile ultimo nato a firma Issey Miyake. E poi The Woods Collection (sì, esiste una Casa che crea esclusivamente bouquet dai sentori verdi), la ginevrina Mizensir (dietro cui si nasconde il “fiuto” del Maestro Alberto Morillas) e il suo Celebes Wood o, ancora, il “nostrano” Meo Fusciuni, che in Odor 93 racconta di una passeggiata, tra sogno e veglia, in una immaginifica foresta di betulle. 

Nota di merito a Miller Harris per la trilogia Forage. L’idea è a dir poco sorprendente: raccontare olfattivamente la città di Londra, soffermandosi sul lato verde di una città che siamo abituati a “vestire” di grigio. La sfida dei profumieri è stata creare fragranze ispirate agli ingredienti che crescono in modo spontaneo nella metropoli. Il foraggio urbano, lo hanno definito, dove “foraging” è il termine anglosassone che definisce la raccolta di cibo selvatico. 

Il risultato? Tre composizioni in grado di sintetizzare il rapporto tra foglie e cemento, radici e tombini, tronchi e grattacieli, fronde e semafori.

Dalla prima, Hidden, che costudisce miele e polline in omaggio agli alveari nascosti alla vista perché collocati sui tetti dei palazzi londinesi a Lost, secondo jus della Casa e “istantanea” di un parco frondoso di felci, il cui verde contrasta con il grigio degli edifici circostanti. Per arrivare a Wander, tributo olfattivo alle fioriture di ortiche che punteggiano le aree “incustodite” della città. 

Dai boschi al praticello davanti all’uscio (o all’orto dietro casa), il passo è decisamente più breve, ma il risultato altrettanto eclatante. Ne parla diffusamente Il giardiniere appassionato, opera di Rudolf Borchardt, in cui l’autore – lui per primo vittima della fascinazione di prati e aiuole – indaga a fondo il legame tra la pianta e l’anima umana. E vi si rifà Christian Tortu, famoso fiorista parigino, con la gamma di profumazioni per l’ambiente intitolata Jardin Citrus. Un viaggio olfattivo attraverso i ricordi che, dalle colline meridionali della Francia sfiora la costiera amalfitana e le città andaluse, per concludersi in Marocco. O Extrait d’Atelier, che crea fragranze-cartolina capaci di restituire l’habitat lavorativo di sarti, fabbri e, per l’appunto, giardinieri. Con l’ultima realizzazione, Maître Jardinier, ha svelto di ricreare l’incanto di una passeggiata all’interno di un labirinto verde, definito da viottoli cosparsi di petali e siepi pazientemente sagomate. Firmata dal profumiere francese Bertrand Duchafour, la composizione è introdotta dagli accenti di mandarino, bergamotto e bacche di ginepro al limone. Al cuore, con alloro, foglie aromatiche di pino e peonia, infine, segue un fondo pervaso da accenti legnosi, incenso, note muschiate e ambra.