Raffaella Gregoris: «vi presento il cosmetico del futuro. Sicuro, efficace e in 3D»

Un cosmetico come non ne abbiamo mai visti. Anzi, un Cosmetico, con la C maiuscola, come lo ha chiamato Raffaella Gregoris, che lo ha inventato. Aggiungendovi un suffisso, 3D, che ne riassume l’eccezionalità. Si tratta, né più né meno, del primo prodotto di skincare prodotto e realizzato con tecnologia 3D.

Un nuovo paradigma nel panorama dell’industria cosmetica, lo ha definito la sua ideatrice. E chi conoscere Raffaella Gregoris sa quanto sia accorta nella scelta delle parole. Tanto quanto nella selezione degli ingredienti che utilizza nella creazione dei prodotti Bakel, il brand che ha fondato nel 2009.
Punto di partenza: una cosmetica “essenziale” dal punto di vista formulistico.

In un prodotto trovano spazio gli ingredienti che servono, non uno di più né uno di meno. Non si fanno eccezioni, anche quando l’eccezione potrebbe significare una texture più soffice, un colore più accattivante, una profumazione più inclusiva. 

Una mission perfettamente definita, fin dagli esordi, che ha distinto Bakel da qualsiasi altra realtà presente, all’epoca, sul mercato italiano. Ancora oggi più attuale che mai: «siamo presenti in 15 Paesi e stiamo pensando di raggiungerne altri, tra cui gli Emirati Arabi. Tra le conquiste più recenti la Germania e la Francia, rispettivamente il nostro secondo e terzo mercato dopo l’Italia». 

Una formazione da chimica alle spalle, Raffaella Gregoris è, assieme, l’anima, il cuore e la mente di Bakel. Inserita da Forbes Italia nella lista delle 100 donne di maggior successo del 2020, ha intuito con largo anticipo quel che la pandemia da Covid 19 ha reso drammaticamente evidente: «i consumatori, oggi, sono più consapevoli ed è compito di noi produttori offrire loro informazione e un prodotto sicuro. La sicurezza è il pilastro sul quale ho costruito Bakel, 11 anni fa, quando realizzare prodotti touchless, il cui contenuto non si poteva vedere, annussare o toccare era considerato uno snobismo».

Dalla scelta di flaconi airless (consentono la conservazione ideale del cosmetico, al riparo da aria e possibile contaminazioni esterne sia microbiche sia ambientali) alla primo cosmetico al mondo in 3D il passo non è stato breve. Sono stati necessari due anni di ricerche, esperimenti, confronti. Ma quel passo è stato compiuto ed è questo che conta. 

Al momento si tratta di un prototipo: una sorta di foglietto o micro-patch dallo spessore infinitesimale che, a contatto con la pelle, ne viene assorbito completamente e in modo estremamente rapido.

La novità? Il principio attivo non è veicolato dal cerotto. Il principio attivo È il cerotto. «Abbiamo selezionato l’acido ialuronico, un componente con cui abbiamo familiarità ed estremamente versatile. E lo abbiamo “tridimensionalizzato”: lo abbiamo trasformato in una superficie (il foglietto, appunto) composta da micro-polimeri in grado di riconoscere la superficie cutanea e di sciogliersi al suo contatto. Cedendole per intero la sua efficacia». 

Tanti i vantaggi: la struttura di Cosmetico 3D è composta esclusivamente da ingredienti funzionali. In altre parole, non servono sostanze che veicolino il principio attivo alla pelle, ma è lo stesso principio attivo a entrare in diretto contatto con la cute, penetrando lo strato superficiale per poi raggiungere i più interni. Attraverso questo escamotage formulativo, la concentrazione di sostanza funzionale che entra in contatto, in forma pura, con la pelle arriva a essere 100 volte maggiore a quella che si ottiene con un gel tradizionale. 

Ciò non toglie, sottolinea Raffaella Gregoris, che continueremo a utilizzare emulsioni e sieri come abbiamo fatto fino a ora: per le sue peculiarità, Cosmetico 3D rappresenta un ottimo complemento alla normale routine cosmetica, ma non un’alternativa. Per esempio, lo si potrà applicare localmente, sul contorno occhi o lungo i solchi glabellari, per un trattamento d’urto, successivamente applicando siero e crema come d’abitudine.

All’efficacia, il Cosmetico 3D firmato Bakel abbina altri plus: un processo produttivo in totale assenza di qualunque forma di contaminazione, l’assenza di un packaging secondario (quindi la massima sostenibilità ambientale), una matrice italiana al 100 per cento. «Alla nostra expertise, abbiamo unito le competenze del professor Stefano Manfredini, ricercatore e professore ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica presso la Facoltà di Farmacia dell’università di Ferrara».

Per provare con mano la beauty-tecnologica del futuro toccherà aspettare fino alla seconda metà del 2021. «Ancora non abbiamo un’idea precisa del costo di Cosmetico 3D, ma si attesterà su una fascia medio-alta, in linea con la filosofia Bakel». 

Una filosofia felice e in continua evoluzione. «Un anno fa abbiamo ripensato i packaging esterni delle nostre referenze, rinunciando ai foglietti illustrativi e riportando ingredienti e indicazioni sugli incarti esterni, da cui, peraltro, abbiamo eliminato completamente la colla», racconta la founder di Bakel. «E abbiamo aggiunto una terza spa, presso il Saint Hubertus Resort di Cervinia, alle due strutture dove eravamo già presenti: Borgo Egnazia a Savalletri di Fasano (BR) e Portopiccolo Spa, in provincia di Trieste». 

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